A fronte del dogmatismo, un elogio della critica non del relativismo

Prima parte: moderni, premoderni, postmoderni

Premessa (per semplice correttezza argomentativa)
Quando la modernità si avviava verso la sua piena maturità filosófica, Cartesio affermava che ció che contraddistingue la ragione è la sua capacita di essere chiara e distinta. Analizzare per chiarire, distinguere per non confondere. Nella visione moderna del mondo c’era la convinzione che, a vendo a disposizione uno strumento cosisottile e potente, gli uomini sarebbero finalmente stati ingrado di mettersi d’accordo sul significato delle cose, nonché sul loro senso e sulla loro reale portata. Per quanto negli ultimi decenni la postmodernità abbia proclamato il naufragio della ragione, possiamo almeno salvare la volontà – la buona volontà – di costruire argomenti chiari e distinti, per vincere tramite essi, e non con altri mezzi, le battaglie dialettiche.

E interessante il dibattito che propone l’amico dei miei amici Riccardo Terzi. La crociata di Ratzinger contro il relativismo ha molto probabilmente segnato la strada che seguirà il dibattito culturale nei prossimi anni. Da una parte abbiamo la modernità con i suoi metaracconti naufragad, le religioni in una deriva neofondamentalista e un multiculturalismo che ci complica in modo simpático lavita; dall’altra constatiamo il trionfo costante della ragione tecnologico-strumentale, che avanza di pari passo conla lógica espansionistica della società capitalista.

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A fronte del dogmatismo, un elogio della critica non del relativismo

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